IL CORTILE DEI GIRASOLI PARLANTI

“La bambina che giocava con il soldatino ussaro… Il prete che andava a dir messa in un eremo di monaci bizantini… Zia Anja e zia Nini, le migliori sferruzzatrici del paese… Gabriel Attarian, l’armeno che voleva imparare l’italiano…”. I personaggi di questo viaggio palpitano di vitalità e di splendore. Si rimane intrappolati nelle loro storie sospese tra due mondi: quello onirico, che vive di sogni e di fiabe, e quello concreto, che narra di vita contadina, di terre lontane, di affetti familiari, di fede. Ogni storia quasi una spigolatura – contiene una folgorazione di saggezza, una scheggia di luce che viene a illuminare l’oscurità del quotidiano ridestandoci a un “senso” o, meglio, a un “frammento di senso”: il valore delle nostre radici, la custodia della memoria, la consapevolezza del nostro stare e agire nel mondo. Sono ritagli autobiografici in cui la Arslan declina i temi che più le sono cari: la questione armena e l’insensatezza della guerra, ma anche la spontaneità dell’infanzia, la natura madre e matrigna, l’odio che contamina e deturpa, la forza invincibile dell’amore. Una galleria di voci e di volti, che parlano di una sapienza antica, che non c’è più.